L’Old Cataract Hotel – Aswan

E’una giornata afosa e calda, il vento del sud non soffia, e così tramonta anche il sogno della nostra escursione in feluca attorno all’isola Elefantina. La facciamo in barca a motore, piuttosto velocemente, fino a quando intravedo l’Old Cataract hotel, la leggenda di Aswan, a strapiombo sul Nilo. Non sembra un granchè, ma allora..quale è la ragione della sua fama?

L’Old Cataract Hotel – Aswan

Si profila un pomeriggio di clausura nella cabina della motonave, il clima è ingestibile sul ponte. Alcuni partecipano all’escursione al villaggio nubiano poco distante da qui, forse è meglio che dare battaglia alla polvere e agli insetti in camera. Ahmed mi ha detto che posso liberamente uscire dalla motonave, prelevare dei contanti all’ATM e fermare un taxi. Non è proprio così, la polizia controlla pedissequamente ogni entrata e uscita dall’imbarcadero, in più ritengo non credo sia l’ideale starmene sola di fronte a uno sportello della banca, né tantomeno salire su una vettura senza parlare una parola di arabo. Alla fine mi decido: scendo alla reception e inizio una negoziazione, vorrei che a scortarci fino all’Old Cataract fosse un transfer per tre persone, poi diventate cinque….forse è meglio una feluca? Potremmo raggiungerlo via fiume. Infine siamo in otto, ci viene accordato un prezzo molto vantaggioso per una tariffa di andata e ritorno su quattro ruote. Usciamo dall’imbarcadero e ad attenderci c’è un pulmino a luci rosse, “abbellito” da qualche manifesto di donnine hot e luci psichedeliche. Ci staremmo tranquillamente in otto, ma interviene la polizia, ammonendo il ragazzo della motonave che gentilmente si offre di venire a presidiare i taxi nel tragitto fino all’hotel. Non si capisce perché, ma risulta chiaro che la comitiva debba dividersi e tre ragazze del nostro gruppo salgono nel taxi sfasciato di un autista completamente senza denti, partono…si allontanano nel chiasso di Aswan e sento dell’inquietudine. Più tardi le raggiungiamo in corsa, dopo una decina di minuti siamo finalmente all’Old Cataract. Forse non proprio l’arrivo trionfale che avevo immaginato in carrozza, ma tant’è.

L’Old Cataract Hotel – Aswan

“Questa era la suite di Omar Sharif, questa di Mitterrand, l’altra di lady Diana..soggiornò qui sia con Charles che con Dodi. In fondo, c’è anche quella di Sarkozy, proprio io fui incaricato di occuparmi della sua accoglienza”, spiega con un certo orgoglio il maggiordomo Ahmed. All’inizio ci ha guardato diffidente, sicuramente pensando che fossimo otto italiani chiassosi che volevano intrufolarsi in un hotel di lusso per spiare e comprometterne lo charme. Poi, dopo averlo rassicurato sulle nostre intenzioni, mostrandogli che avevamo acquistato la consumazione di un drink sul terrazzo, ho iniziato ad incalzarlo.

L’Old Cataract Hotel – Aswan

“Io vorrei vedere..se possibile.. il Ristorante 1902”

“Il Ristorante è chiuso fino all’ora di cena, ma vediamo che posso fare..”.

Il maggiordomo del Cataract ci guida attraverso i magnifici corridoi dell’hotel, in perfetto stile coloniale di fine Ottocento. Col suo elegante passo felpato ci indica la strada, nel suo frac grigio chiaro, ben accostato al suo incarnato nubiano e allo smoking. Bussa, si intrufola nel salone, e spalanca le porte solo per noi. D’un tratto siamo in un ampio atrio in stile moresco, luci soffuse.. stanno allestendo gli eleganti tavoli rotondi per la cena. Progettato dall’inglese Henri Favarger, il Ristorante 1902 combina l’architettura interna moresca agli esterni vittoriani.

“Lì in fondo, accanto alla finestra.. cenarono Winston Churchill e il Re in occasione dei lavori sulla prima diga di inizio Novecento”. “E’ possibile visitare la suite di Winston?”

“Sfortunatamente non è accessibile, è attualmente occupata da visitatori. Non è facile incontrarla libera, normalmente i nostri ospiti, in maggior parte inglesi, francesi, nord-europei, americani, cercano di riservarla sempre con generoso anticipo”.

Ci rimango male, ma chiedo ad Ahmed, con gli occhi che brillano, “ma se riuscissimo a vedere invece la suite di Agatha Christie?”.

“Mi devo confrontare con lo staff signorina, le farò sapere. Nel frattempo potete accomodarvi per l’aperitivo sul terrazzo”.

In qualità di visitatori esterni, noi possiamo esclusivamente dirigerci verso incantevole lobby dell’hotel e la libreria accanto, ricca di volumi e stampe accumulati di fronte a un ampio caminetto. Una vera esperienza immersiva che ripercorre la storia dell’Egitto e la topografia del Nilo. Un salottino d’altri tempi, che ricorda tutt’al più l’ambiente di una mansion inglese in un piovoso pomeriggio nelle Moors. Inoltre, possiamo accedere al The Bar, un piano bar in stile britannico impreziosito da eleganti dettagli egiziani: lampadari a lanterna in ottone, mobilia in mogano, rivestita in velluto. L’ambiente ideale in cui re Fuad e Sir Churchill gustavano un ottimo whisky o martini dry.

Invece scegliamo di uscire in terrazzo, al Promenade, come consigliato dal maggiordomo. Dopo un paio di depandance belle epoque in ferro battuto, l’Old Cataract si affaccia sul lungo Nilo, contornato da palme e vegetazione lussureggiante. Si può anche attraccare direttamente qui, specialmente quando si soggiorna nel New Cataract, lo spazio più recente dell’hotel appena in parte, dove nel 1973 Kissinger condusse segretamente i negoziati per il cessate il fuoco allo scoppio della guerra del Kippur. Un articolo del New York Times del 15 gennaio 1974 riporta la dichiarazione del Segretatio Kissinger: “This is the toughest negotiation I’ve been in, certainly the most complex.”

L’Old Cataract Hotel – Aswan

Non ci sarà un gran tramonto, si sta concentrando una certa foschia, il cielo è color sabbia. Alcuni oziando al tea time, noi ordinando un cocktail, attendiamo tutti di vedere il sole calare dietro le sabbie del deserto nubiano, in lontananza. Davanti a noi sta l’isola Elefantina, dove visse per qualche tempo Sarah Bane, moglie di Giovan Battista Belzoni. Un’avventuriera britannica che seguì il marito nelle sue imprese archeologiche, a volte stancandosi di aspettare.  All’inizio del 1818, vestita da uomo, partì da sola per la Palestina e visitò la spianata delle moschee a Gerusalemme, fu la prima donna a riuscire in quest’impresa. Ora, in quest’istante, sono io a guardare l’Isola Elefantina, avvolta dal vento del Sud che trascina il traffico di feluche, mirando il mausoleo di Aga Khan su una collina di sabbia, più in là. Un vero quadro vedutista, con il Sudan, l’Africa, in fondo.

E poi la sorpresa, qui, in quest’ hotel sospeso nel tempo. La suite di Agatha Christie: proprio qui la celebre giallista inglese scrisse l’Assassinio sul Nilo, quale luogo migliore? Ahmed mi accontenta, capendo che l’interesse non è superfluo, si tratta di vera mitomania. Presto siamo anche nella suite di Winston Churchill, di fronte al suo scrittoio originale, la suite si è casualmente liberata in giornata. Ed è quando accediamo al suo terrazzo privato..che ci accorgiamo della tempesta di sabbia!

E’ il momento di rientrare, devo trovare il numero del nostro autista, si è fatto tardi, è la prima volta che mi trovo nel mezzo di una tempesta, forse sono saltati tutti i piani? Invece no, sembra tutto ordinario per gli abitanti di Aswan. Usciamo dall’hotel e già ci sta aspettando il nostro chaffeur, piuttosto spazientito, chiaramente ci chiederà la mancia. Accende il suo pop egiziano, sgomma sulla promenade di Aswan e in breve tempo siamo in motonave. Il nostro romanzo pomeridiano è finito. Le colonie, gli egittologi, gli scrittori, le storie di segrete negoziazioni diplomatiche..ora siamo di nuovo qui, nel nostro hotel fluttuante, in attesa dell’Oriental night. Sono tutti in abito caratteristico, in galabeya, pronti per il party. Io credo mi godrò la notte solitaria sul ponte, vagheggiando le palme sul Nilo, fortunate testimoni delle storie e degli intrighi dell’Old Cataract negli anni che furono..

Lascia un commento

Your email address will not be published.

Storia precedente

Profonda Nubia: gesta e sacrifici sulla Diga di Aswan

Storia successiva

Samarcanda – ch.II

Latest from Blog

Treno Tashkent-Samarcanda

Stazione di Tashkent, 8.30 del mattino E’ un giorno così strano, questo. Sono in Uzbekistan per lavoro, pare che a breve salirò su un treno che mi porterà a conoscere un nostro

Paulista! Tudo acaba em pizza

Pizzeria Veridiana, quartiere Jardins, San Paolo Tudo acaba em pizza!, come per gli italiani si risolve tutto a tarallucci e vino, mi spiega il cameriere del Veridiana, un elegante locale annoverato tra le

Io sono uno yazida

E’ il penultimo giorno dell’anno 2024, sono sulla strada innevata per la città di Gyumri, l’antica Aleksandropol degli zar, oggi Armenia. Siamo nelle mani di Berj, un adorabile autista armeno di origine

The Oss Bar – essere un farang a Bangkok

“I am the Intrepid Traveler – Never a dull moment” Jim Thompson Sorseggio una tazza di tè nero del Siam al the Oss – un angolo di ineffabile estetica orientalista, riscaldata dai
Go toTop